corso base MACRAME’

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18Feb2023

L’arte di creare con i nodi secondo un’antica tecnica con filati intrecciati e annodati tra loro, senza l’ausilio di aghi o uncini.

Il macramè nella storia

Le origini più remote della tecnica di annodatura, che sta alla base di ciò che oggi chiamiamo macramè, coincidono con le origini della tessitura stessa e con le soluzioni cercate dai tessitori per fermare, a prodotto finito, gli orditi e impedire alle trame di scendere, sfacendo il tessuto.

Non è possibile determinare un luogo d’origine, né una data di nascita della tecnica del macramè. L’intreccio di fili verticali di ogni genere di fibra tessile, annodati a formare un tessuto senza l’intervento di trame, è, infatti, comune ad ogni epoca e civiltà. Tutte le definizioni apparse sino ad oggi della parola “macramè” concordano unanimamente sulla sua origine araba. Alcuni studiosi affermano che il macramè era utilizzato nei paesi arabi già dal XIII secolo, per confezionare frange ornamentali e guarnizioni di abiti.

 

Il termine macramè  deriva, infatti, dall’insieme delle parole “mahramatun” (fazzoletto) o da “mahrana” (che significa frangia) e  “rame” che sta per nodo. Tutto torna considerato che questo lavoro consiste proprio nell’intrecciare e annodare una serie di fili e fibre naturali come la yuta, il cotone o il lino.

Secondo una teoria,  l’arte del macramè fu importata nel Quattrocento dai marinai genovesi. Questi, durante le lunghe ore di navigazione, si dilettavano utilizzando questa tecnica di intrecci per creare una serie di ornamenti e manufatti, che venivano usati, poi, come merce di scambio. Intorno al XVI-XVII secolo questa tecnica si sviluppò dapprima nei conventi e nei monasteri di tutta Italia, poi tra le donne del popolo. Furono proprio le donne ad utilizzare il macramè per realizzare interi corredi destinati agli arredi ecclesiastici ed alle giovani spose.

Il macramè ebbe, però, un grande successo soprattutto in Liguria. Le donne liguri lo usavano come bordura per gli asciugamani, tanto che in genovese antico l’asciugamano veniva detto macramé. Chiavari, in particolare, divenne da subito un centro importantissimo di produzione

La caratteristica che rende estremamente prezioso, e allo stesso tempo pericolosamente esposto all’estinzione, è la totale irriproducibilità industriale del macramè. Questa tecnica infatti può essere appresa, eseguita e tramandata soltanto da mani umane. Oltre al filo il macramè ha un solo strumento: le nostre dita. Solitamente si usano il filo di cotone, di lino, di canapa, e si possono aggiungere decorazioni come perline o gemme.

 

Il macramè oggi

Se nei secoli la tecnica è rimasta la stessa, è il gusto estetico ad essere cambiato. Oggi il macramè si presenta con un design modernizzato che, pur guardando all’arte tradizionale, punta a renderlo contemporaneo. Stilisti, designer e creativi in tutto il mondo scelgono questa tecnica per decorare, arredare e impreziosire oggetti rendendoli unici e pregiati. Nell’arte dell’home decor i “ricami” del macramè sono utilizzati per tantissimi complementi d’arredo che trovano spazio in tutti gli ambienti della casa. Tende, coperte, portavasi, cuscini, ma anche abiti e gioielli.

 

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QUANDO: SABATO 18 FEBBRAIO dalle ore 9:00 alle ore  13:00

 

DOVE: presso Hakuna Matata Lake Iseo a Costa Volpino

 

COSTO: € 65,00 compreso il materiale, si realizza e si porta a case con sè un pannello da muro con portavaso.

 

ADATTO A: tutti a partire da 12 anni

 

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Credits: @linoolmostudio